Ogni volta che ricapita, e purtroppo capita un po' di rado, è sempre come fosse la prima volta...
Sì sì, mi riferisco proprio a quella prima volta...
Ma quindi cosa accade quando sei pronto? Sei comunque un po' teso, anche se tu e la tua bella vi conoscete da qualche anno, le curve le hai imparate abbastanza bene. Hai sempre quella paura che qualcosa si possa spezzare, un po' come l'amore, che è eterno finchè dura...
Allora fai il primo giro per essere sicuro che la giostra gira dalla stessa parte della volta prima.
Il secondo giro finisci di scaldarti, e poi inizi a divertirti un po'.
Ed è così che ti torna alla testa, questa volta arrivi più deciso in curva e tutte le paure svaniscono, il ginocchio è tornato a grattare! disegnando la triettoria rimbalzando sul cordolo.
Questo è il momento in cui la prima dose torna in circolo e ad ogni curva non ne puoi più fare a meno...
Mr. D
Non ho tempo né voglia di scrivere banalità. Se tu non hai voglia di leggerne (il web e i giornali ne sono pieni), sei arrivato nel posto giusto. In breve racconterò ciò che gli altri non dicono. E se hai qualcosa da aggiungere, prego: i commenti sono lì apposta per te.
giovedì 26 agosto 2010
venerdì 30 aprile 2010
SPECIALE COMPATTE: sua maestà la Golf
Comoda e sicura. Come una lavastoviglie.
Quando uno pensa al segmento compatte, qual è la prima auto che salta in testa? Eh dai, ammettiamolo... è lei, l’auto del popolo, la Golf, da sempre considerata il riferimento della categoria. A caccia della mia compatta perfetta ne ho provate ben due: quella a benzina con il 1.4 turbo da 122 cv e la diesel common rail 2.0 litri da 140 cv.
In entrambe l’interno è rifinito in modo eccellente e trovare sbavature o veri e propri difetti è difficile; i materiali sono accoppiati bene, non si avvertono scricchiolii, ogni cosa è al posto giusto ed è di semplice utilizzo (bellissima la radio touchscreen, un optional dal prezzo di circa 300 euro che vi trasforma l’estetica della plancia). Inoltre è finalmente scomparsa l’illuminazione indaco degli strumenti, bella tanto quanto poco visibile la notte, sostituita da un bianco molto... Audi.
I sedili sono ben profilati (sulle versioni highline) e confortevoli, dotati di regolazione lombare.
Lo spazio a bordo non è ai livelli di Civic, ma comunque buono.
Ma veniamo al sodo, come va su strada? Chiarisco subito, la vincitrice “quasi” indiscussa sul versante comfort è lei: le sue sospensioni (assetto standard, cerchi da 16”) sono sorprendentemente efficaci nell’assorbire ogni tipo di irregolarità della strada, pavè tombini e rotaie. Tutto quello che la Civic lasciava passare nell’abitacolo qui viene magnificamente filtrato. E le strade tornano a essere lisce.
E il motore? Come dicevo ne ho provati due... Iniziamo con il benzina, accoppiato al DSG 7 marce.
Proprio il cambio è, secondo me, la chiave per godersi questo motore; il motivo è semplice, la disponibilità di 7 rapporti e la logica di gestione degli stessi, elimina i “difetti” di erogazione. Già, perché questo "benzina" assomiglia troppo a un diesel, infatti manca decisamente di allungo (a 6000 giri siamo già in zona rossa). Lo salva il DSG che infila come un fulmine le 7 marce disponibili, non facendomi mai trovare col fiato corto come mi capita coi soliti TDI. E l’accelerazione diventa così regolare e grintosa, come non mi aspetto da un piccolo 1.4 da 122 cv. Chissà che cosa riesce a combinare il fratello maggiore da 160cv...
Passiamo ora alla 2.0 TDI.
Qui la superiorità del 2.2 Honda si fa schiacciante. Al suo confronto l’unità della Golf è carta vetrata. Vero: allungo e silenziosità sono migliorate molto da quando Volkswagen puntava sugli iniettori pompa, ma siamo ancora lontani da quanto fatto dalla casa giapponese. In compenso gli innesti precisi, secchi e per nulla contrastati del cambio manuale VW mi piacciono più di quelli della Honda, un po gommosi.
Quello che della Golf mi lascia un po' l’amaro in bocca è il feeling di guida. Se per la Civic ho usato l’aggettivo divertente, qui posso usare solo la parola "sicura". Assetto e sterzo sono... a prova di pirla, ma soffocano qualsiasi scintilla di emozione.
Le ruote obbediscono allo sterzo, ma non mi è mai bene chiaro... il perché: non ho un vero e proprio feedback dall’asse anteriore, o meglio, lo ottengo solo quando esagero. In questo caso la Golf si lascia andare a un sottosterzo molto marcato che mi “invita” ad andarci più piano.
Rassicurante? Forse sì. Noiosa? Ci puoi giurare!
Il Dado
sabato 24 aprile 2010
Ferrari 599XX: analisi tecnica di un record
Sei minuti, cinquantotto secondi e sedici centesimi o, se preferisci, 6'58"16: è il nuovo record stabilito dalla Ferrari 599XX sul vecchio Nurburgring. "L'auto più veloce derivata dalla serie", dichiara la Ferrari. Complimenti, ma permettimi qualche commento.
Ammiro le Rosse e la tecnologia di Maranello: secondo me al momento è il top.
Parlare di record, però, mi pare ridicolo: la Radical SR8 LM gira al 'Ring in 6:48 ed è targabile. Come dire che la 599XX (che della 599 stradale conserva pochissimo) prende 10 secondi al giro da una macchinetta inglese che, pur artigianale, è di serie!
Ma al di la delle polemiche ho trovato interessantissimo il video onboard della splendida prestazione. Guardalo anche tu al link qui sotto...
http://www.youtube.com/watch?v=9xxLEHXXGRk
Dal punto di vista tecnico mostra chiaramente ciò che Ferrari ha sempre dichiarato: la 599XX ha un assetto al limite dell'instabilità, tenuto a bada da controlli elettronici tarati ad hoc. Il pilota infatti fa pochissimi e quasi impercettibili controsterzi, nonostante l'auto sia molto nervosa in frenata. Inoltre le sospensioni sono più rigide e hanno corsa più corta rispetto a ciò che si vede di solito girare al 'Ring, infatti la 599 salta parecchio e la maggior parte dei movimenti del volante che si vedono sono proprio mirati ad assecondare i sobbalzi, più che a correggere scompensi d'assetto.
Il tutto diventa ancora più interessante se confronti il filmato con quello della Corvette ZR1, sempre impegnata nel suo record al 'Ring. Qui il pilota deve fare interventi molto maggiori sul volante, nonostante l'auto assorba meglio le irregolarità della pista e giri più lenta di mezzo minuto. Le immagini al link qui sotto...
http://www.youtube.com/watch?v=h5gyUCOD-tc
Lsdiff
martedì 30 marzo 2010
SPECIALE COMPATTE: Honda Civic 2.2 i-Cdti
E adesso quale mi compro?
Ho deciso: cambio macchina. Abbandono la fida Honda Civic 2.2 i-Ctdi del 2006 5p, alla ricerca di una vettura con un’impostazione più confortevole. Nella mia caccia all'auto ideale ho provato molte "compatte" per farmi una chiara idea di cosa offre il mercato. Di seguito e nelle prossime puntate ti racconto ciò che ho scoperto...
Partiamo da qui
Mi sembra naturale iniziare a parlare delle differenze fra auto di questo segmento partendo proprio da quella che mi ha accompagnato per quasi 4 anni e 50.000 km, la Civic appunto.
Che abbia una impostazione sportiva è chiaro non appena ci sali a bordo; certo, la plancia da incrociatore Klingon può disorientare un attimo, ma tutti i comandi sono a portata di mano. Anzi, forse è meglio dire a portata di pilota, dato che molti (come la climatizzazione) non sono nemmeno raggiungibili dal passeggero.
La seduta è tendenzialmente bassa, il volante piccolo quanto basta (35 cm di diametro), e il cambio è vicino. Il sedile ha tutte le regolazioni (tranne quella lombare, non disponibile nemmeno a pagamento) e trovare la posizione giusta anche per i più alti è facile.
Giro la chiave, premo il pulsante start (si... doppia manovra... tecnologia aliena mal implementata) e il “miracoloso” 2.2 diesel prende vita.
Aver avuto questo motore sotto al sedere per 4 anni è un serio problema, perché quasi tutti gli altri diesel sembrano "indietro" di 10 anni quanto a fluidità. Il funzionamento del "vecchio" 4 cilindri Honda è davvero molto simile a un benzina, con il vantaggio di una coppia subito pronta. Così, nonostante non sia sportivo in senso stretto, vende davvero bene i suoi 140 cv.
Dove la cilindrata e i cavalli si nascondono, invece, è nei consumi sempre contenuti. In città la media è di 7,2 l/100km, in autostrada si scende a 5,5 l/100 km: numeri da cilindrate molto più piccole e con prestazioni nettamente inferiori.
Il cambio, pastoso nei primi 15.000 km, è poi diventato molto più preciso e meno contrastato; la frizione ha una corsa lunga, anche troppo a mio parere, ma nulla di drammatico.
Su strada c’è un solo modo di definire la Civic: divertente! Non è una delle auto più silenziose a causa di fruscii e rotolamento sempre presenti ad andature autostradali, ma quando si alzano i ritmi di guida e si affronta un percorso ricco di curve, ecco che l’avantreno mostra un’inaspettata precisione.
Il comando del servosterzo (elettroattuato), mai morbido o inconsistente, permette sempre un buon contatto con la strada e il volante ha una impugnatura perfetta.
Ma allora perché cambiarla? Per un suo particolare difetto: gli ammortizzatori che filtrano malissimo le imperfezioni della strada. Purtroppo, per esigenze personali, questo difetto è diventato insopportabile... Ha inizio la Caccia
Il Dado
sabato 6 marzo 2010
Quando scocca La scintilla...
... non ci puoi fare proprio nulla.
Capita sempre così, quando meno te lo aspetti, ti giri sorpreso, il boato, in un attimo non c'è più, e ripensi a curva2 con il cordolo che si avvicina e la saponetta che già chiede pietà.
Penso che sia una delle poche cose materiali in grado di regalare quella scarica di adrenalina, sentire la pelle d'oca, le pupille dilatarsi e immediatamente mettere a fuoco l'orizzonte per poi sentire i brividi.
Ogni volta che scocca una semplice scintilla, è un'Emozione, indipendentemente che sia sotto due o quattro valvole, che si ripeta ciclicamente da sola, o assieme a un'altra, o altre due, tre, quattro...
Alla fine è sempre grazie a lei che siamo in grado di sentire il nostro cuore pulsare di nuovo...
[da Deliri di un Motard in pieno inverno]
Mr.D
Capita sempre così, quando meno te lo aspetti, ti giri sorpreso, il boato, in un attimo non c'è più, e ripensi a curva2 con il cordolo che si avvicina e la saponetta che già chiede pietà.
Penso che sia una delle poche cose materiali in grado di regalare quella scarica di adrenalina, sentire la pelle d'oca, le pupille dilatarsi e immediatamente mettere a fuoco l'orizzonte per poi sentire i brividi.
Ogni volta che scocca una semplice scintilla, è un'Emozione, indipendentemente che sia sotto due o quattro valvole, che si ripeta ciclicamente da sola, o assieme a un'altra, o altre due, tre, quattro...
Alla fine è sempre grazie a lei che siamo in grado di sentire il nostro cuore pulsare di nuovo...
[da Deliri di un Motard in pieno inverno]
Mr.D
sabato 13 febbraio 2010
L'insostenibile leggerezza del limite
E' una sensazione fantastica. Effimera e meravigliosa. Di una delicatezza estrema. Come le volute di fumo che salgono verso il cielo dallo stoppino di una candela appena spenta.
Ecco, io il limite lo percepisco così.
Un istante di sublime equilibrio in cui l'auto è, in realtà, immobile: su una vetta incontaminata, pronta a cadere nel baratro della sbandata, oppure nell'oscuro abisso di una velocità mediocre.
Non importa come ci sei arrivato, a portare la tua auto al limite. Se con una manovra irruenta o in scioltezza. Tenercela è una questione sottile, di precisione e sensibilità.
Il limite è poesia pura.
Lsdiff
domenica 31 gennaio 2010
Amarcord: Bmw Z8
Ne è passato di tempo, eppure sembra ieri. La Z8 è un'auto che non si dimentica. La guardi, ancora oggi, e capisci che è speciale, con tutti quei dettagli che, nel bene o nel male, richiamano un'epoca in cui l'automobilismo sportivo aveva un che di epico ed erotico... ehm, volevo dire eroico.
Alludo alla plancia in lamiera smaltata, un dettaglio ripreso con discreto successo dalla vecchia Fiato Coupé, dalla nuova 500 e persino dalla Ford Ka.
Ma la Z8, che all'epoca costava la bellezza di 240 milioni di lire come la Ferrari 360 Modena, andava oltre.
Le razze del volante erano fatte con barrette di acciaio tornito e all'interno del cofano motore erano incastonate due luci per illuminare il possente V8.
Dettagli.
Come andava questa meraviglia retrò?
Andarci in giro era quasi imbarazzante, perché tutti ti guardavano. Ma non solo per questo.
Finché la guidavi da solo, su una strada tutta curve era un'assoluta goduria.
Il motore, con la lsua erogazione generosa fin dai bassi regimi, dava proprio quel genere di emozioni che ti immagini debba dare una supercar.
E la trazione era efficace il giusto: ti tirava fuori dalle curve con un'accelerazione imperiosa, se lo volevi, oppure ti permetteva interminabili sgommate quando ne eri in vena.
Il diavolo e l'acquasanta.
Certo, mancava il differenziale autobloccante, ma per fare i brillanti sulla strada non ce n'era bisogno.
Lo sterzo era preciso senza essere frettoloso e tra tutti i comandi solo il cambio lasciava a desiderare. Colpa della leva, che in mano dava l'impressione di essere flessibile. Mentre da un cambio Doc non ti aspetteresti altro che la massima precisione. Bah...
Il problema era quando ti trovavi a confrontare l'aristocratica Z8 con una "plebea" Bmw 328 dell'epoca.
La Z8 aveva un ego (o motore, se preferisciI) fin troppo sviluppato, che le appesantiva il muso. E il sottosterzo era abbastanza sensibile.
Così, in un percorso misto guidato, il pilota della 328 faceva meno fatica a far danzare l'auto tra le curve.
Pazienza.
La bontà di una macchina non sempre va di pari passo con la sua efficacia.
Preferisco una bastarda ruffiana che mi fa sentire un eroe ogni volta che la porto a spasso, piuttosto che una spietata assassina per fare a brandelli l'asfalto le poche volte che lo posso fare in barba ai limiti di velocità.
E in questo senso la Z8 era un capolavoro!
Lsdiff
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