Se voleva essere solo una macchinina modaiola per ragazzine viziate, quelli di Fiat... hanno sbagliato alla grande. Malgrado il design da "sorpresa dell'ovetto Kinder", infatti, qui c'è molto più arrosto che fumo. Lo so, neanch'io ci credevo, sulle prime, perché dalle versioni scoperte di auto preesistenti, specie se le metti alla frusta in pista, in genere arrivano più delusioni che conferme.
Ma stavolta è diverso.
Intanto perché non si tratta di una vera scoperta: qui, anche a tetto aperto, rimangono i montanti che danno alla scocca una rigidezza da auto chiusa. Il passo corto poi completa l'opera, mettendoti a disposizione una base meccanica assolutamente adeguata allo scopo.
Non di meno i primi metri deludono. Lo sterzo ha la solita consistenza "finta" della maggior parte dei servocomandi elettrici; il cambio robotizzato non è molto fluido quando guidi con un filo di gas e il controllo elettronico di stabilità taglia la potenza anche quando cerchi... di aumentare il volume dell'autoradio, se nel fattempo non hai il volante perfettamente diritto.
Ecco perché dico che non è un'auto da ragazzine viziate: se ti limiti a gudarla così, la Abarth 500C è un po' una "sola". Specie se consideri che i sedili sportivi, spessi come poltrone del salotto buono, rubano parecchio spazio a un abitacolo già parecchio risicato. E che ad alta velocità dal tettuccio passano parecchi spifferi, che certo non danno l'idea di un prodotto di qualità.
Ma, hey, il ceffo barbuto che vedo riflesso nello specchietto retrovisore non ha certo grazie femminili...
E allora sposto l'immancabile manettino in posizione Sport, attivo il Ttc (un giochetto elettronico che mima gli effetti di un differenziale a slittamento limitato) e... seppellisco l'acceleratore.
Lo confesso, sono quasi indispettito dalle prime impressioni e curva dopo curva, dosso dopo dosso, ci dò dentro quasi con furia: preciso e pulito, ma senza alcuna pietà per i freni, per il telaio, per il motore. Per nessuno.
E la Abarth 500C rivela tutte le sue qualità.
L'elettronica, prima di tutto, diventa enormemente più permissiva, e mi permette di gestire il bilanciamento dell'assetto con finezza e precisione. Fabio, che mi segue su un'altra auto, mi racconta che in staccata sollevo entrambe le ruote posteriori dall'asfalto. E in effetti le frenate sono atomiche: le porto fin dentro le curve, per inserire l'auto in leggero derapage, con uno stile kartistico che si rivela assai redditizio e sommamente divertente.
Se apro il gas progressivamente, il Ttc si rivela efficace e mi aiuta a mantenere traiettorie precisissime, contenendo il sottosterzo a livelli minimi e spingendo il posteriore a scivolare. Fantastico! A tutto ciò si aggiungono il buon lavoro del cambio al volante, che a questi ritmi si rivela comodissimo e assai proficuo, e un motore che suona quasi come un V8 americano.
La giostra prosegue per ore, con la piccola sportiva italiana che non mostra cenni di affaticamento, nonostante la pista sia molto tormentata, anche come profilo altimetrico, e io affronti scollinamenti e compressioni a tutto gas, con l'auto in costante deriva su tutte e quattro le ruote. Non esagero: sulla Abarth 500C ho vissuto una delle esperienze di guida più appaganti in assoluto.
Lsdiff
2 commenti:
Ottima analisi, come sempre! A quando la prossima?
Purtroppo non ho molto tempo per star dietro al blog, ma... eccoti accontentato! ;-)
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