domenica 31 gennaio 2010

Amarcord: Bmw Z8



Ne è passato di tempo, eppure sembra ieri. La Z8 è un'auto che non si dimentica. La guardi, ancora oggi, e capisci che è speciale, con tutti quei dettagli che, nel bene o nel male, richiamano un'epoca in cui l'automobilismo sportivo aveva un che di epico ed erotico... ehm, volevo dire eroico.

Alludo alla plancia in lamiera smaltata, un dettaglio ripreso con discreto successo dalla vecchia Fiato Coupé, dalla nuova 500 e persino dalla Ford Ka.

Ma la Z8, che all'epoca costava la bellezza di 240 milioni di lire come la Ferrari 360 Modena, andava oltre.

Le razze del volante erano fatte con barrette di acciaio tornito e all'interno del cofano motore erano incastonate due luci per illuminare il possente V8.

Dettagli.

Come andava questa meraviglia retrò?

Andarci in giro era quasi imbarazzante, perché tutti ti guardavano. Ma non solo per questo.

Finché la guidavi da solo, su una strada tutta curve era un'assoluta goduria.

Il motore, con la lsua erogazione generosa fin dai bassi regimi, dava proprio quel genere di emozioni che ti immagini debba dare una supercar.

E la trazione era efficace il giusto: ti tirava fuori dalle curve con un'accelerazione imperiosa, se lo volevi, oppure ti permetteva interminabili sgommate quando ne eri in vena.

Il diavolo e l'acquasanta.

Certo, mancava il differenziale autobloccante, ma per fare i brillanti sulla strada non ce n'era bisogno.

Lo sterzo era preciso senza essere frettoloso e tra tutti i comandi solo il cambio lasciava a desiderare. Colpa della leva, che in mano dava l'impressione di essere flessibile. Mentre da un cambio Doc non ti aspetteresti altro che la massima precisione. Bah...

Il problema era quando ti trovavi a confrontare l'aristocratica Z8 con una "plebea" Bmw 328 dell'epoca.

La Z8 aveva un ego (o motore, se preferisciI) fin troppo sviluppato, che le appesantiva il muso. E il sottosterzo era abbastanza sensibile.

Così, in un percorso misto guidato, il pilota della 328 faceva meno fatica a far danzare l'auto tra le curve.

Pazienza.

La bontà di una macchina non sempre va di pari passo con la sua efficacia.

Preferisco una bastarda ruffiana che mi fa sentire un eroe ogni volta che la porto a spasso, piuttosto che una spietata assassina per fare a brandelli l'asfalto le poche volte che lo posso fare in barba ai limiti di velocità.

E in questo senso la Z8 era un capolavoro!

Lsdiff