venerdì 19 dicembre 2008

Ferrari California: un altro bel passo in avanti


E pensare che ad alcuni non piace...
Sulla California ne ho sentite di tutti i colori. C'è chi la celebra e chi la detesta. E se è vero che destare tanto interesse è l'anticamera del successo, le critiche che ho sentito non mi trovano d'accordo.

Non è la solita Ferrari, questo è vero, ma non perché manchi di carattere né di coerenza col marchio. Anzi! Il Cavallino, negli ultimi anni, vuol dire suprema tecnologia distillata in auto da sogno e in questo la California... nitrisce più forte di qualunque altro modello.

E' la prima con l'iniezione diretta, la prima con il cambio a doppia frizione, la prima con le sospensioni posteriori Multilink, la prima con il tetto rigido ripiegabile (più leggero di quello in tela della 430 Spider di 5 chili).

Insomma è l'auto più innovativa uscita da Maranello da molti anni a questa parte.
E tutte queste innovazioni, quando la guidi, le senti tutte.

Il motore, lo ammetto, ha grinta, ma non è particolarmente impressionante. C'è di buono che i controlli di stabilità e trazione qui funziona molto meglio che sulla 599 Gtb Fiorano e non sono stato costretto a spegnere tutto per godermi una bella galoppata su una stradina di montagna.

Sbalorditivo è l'assetto: con la California puoi tener giù il piede dove con altri modelli più rigidi cominci a saltellare come un sasso su uno stagno. Merito degli ammortizzatori magneto-reologici (che effettivamente danno un bel vantaggio sullo sconnesso rispetto a quelli tradizionali) e ancora più dello schema Multilink posteriore. Assorbe meglio le asperità del manto stradale perché in senso longitudinale è meno rigido delle sospensioni a triangoli sovrapposti. A Maranello, però, sono riusciti a ottimizzarne la rigidità in senso trasversale per non perdere nulla in precisione di guida e prontezza di sterzo.

Il cambio a doppia frizione è la nuova scommessa dei tecnici Ferrari. E' l'unico, mi hanno spiegato, con cui possono superare in velocità l'elettroattuato della Scuderia. E alla guida non delude: dimostra che anche questa soluzione può dare una netta sensazione di sportività (migliore dell'equivalente Porsche). E' preciso, obbediente e più fluido dell'elettroattuato. Apparentemente attenua un pochino il temperamento del motore, ma alla fine il vantaggio complessivo è notevole.

Ultimi, ma non per importanza, i freni. Ferrari qui merita una standing ovation perché dà i carboceramici di serie e perché i suoi impianti in composito sono i migliori in assoluto per modulabilità e feeling del pedale.

E poi c'è chi ha il coraggio di dire che la California è solo una trovata di marketing...

Lsdiff

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