giovedì 11 dicembre 2008

Auto sportiva: che cos'è?


Mavaffanchip!
Già me lo sento l'ennesimo espertone: "Premi questo pulsante e l'acceleratore diventa più sensibile. Poi con quest'altro irrigidisci l'assetto. Con quella manopola rendi più veloce il cambio auto-sequenzial-robotizzat-metereopatico e con quell'altra fai strillare al navigatore satellitare gli incitamenti con la voce di Jean Todt...". Esagero?

Non tanto. Troppe auto spacciate per sportive sono un trionfo di virtuosismi elettronici, che ti promettono una guida più coinvolgente attraverso... sedili robotizzati che ti si modellano addosso anche se hai la forma fisica di un Barbapapà, o l'impianto hi-fi con effetto surround che copre il rombo del motore quando tiri.

Già, perché qui gli effetti sonori sono ben altri: Beep! Il cambio intelligente ti avvisa che è ora di passare alla marcia superiore... Blink-blink! Fa freddo e rischi di incontrare ghiaccio sulla strada (grazie, non avevo visto la neve sul tetto dell'auto prima di partire)... Tweety-tweety-tweety! Hai cercato di uscire da un tornante in derapata senza prima regolare l'Esp in posizione Race_2_bis_drift_champion. E il tuo tronfio bolide da 650 cavalli suona come un Tamagotchi...

Per i nostalgici? Anche il canto dei pistoni è adulterato, roba da far intervenire i Nas: una meccanica accordata ad arte non basta più. Saltano fuori linee di scarico secondarie che si aprono e si chiudono grazie a motorini elettrici computerizzati e "risuonatori di Helmholtz" (la tecnologia che trovi negli altoparlanti Bass Reflex) per far suonare bene un sei cilindri boxer... Ma si è mai visto un cantante d'opera che ha bisogno del microfono?

E' questa un'auto sportiva?

Io dico di no. Per essere tale, una macchina deve fare solo una cosa: metterti in comunicazione con l'asfalto nel modo più limpido possibile. Attraverso uno sterzo diretto e sensibile, un telaio dalle risposte lineari e un acceleratore che obbedisce all'istante e sempre nello stesso modo a ogni tuo comando.

Prendi la Mitsubishi Evo, per esempio, che curva col pensiero e rende ogni derapage un esercizio di guida quasi normale. Oppure la Pagani Zonda, che con il suo telaio cristallino ti si mette in mano gentile e disponibile, persino facile, nonostante possa scatenare una furia degna di uno tsunami! Il tutto, bada bene, senza bisogno di metterti alle costole un Grande Fratello digitale e senza cercare di spacciarti emozioni artificiali come un pusher da discoteca!

Non so se ci hai fatto caso, ma quando si tratta di fare andare forte una Mercedes, Amg butta nel cestino l'assetto a controllo elettronico per puntare su sospensioni "stupidamente" meccaniche. I sedili delle auto da rally, fatti per salvarti la schiena sui salti del Millelaghi, non hanno alcuna regolazione. E nessuna macchina da corsa utilizza scatole di sterzo a passo variabile...

Non voglio fare il teorico del "compromessi zero", visto che ci sono esempi eccellenti di sportività... addizionata di un corretto numero di chip (la trasmissione a controllo elettronico delle Impreza Sti o una qualsiasi Ferrari degli ultimi anni spiegano egregiamente il concetto), ma trovo che stiamo lasciando gli uomini del marketing troppo liberi di prenderci per i fondelli. Vogliamo davvero pagare di più per qualcosa che riduce il piacere di guida a una becera finzione? Se la risposta è si, non facciamo prima a comprarci la Playstation?

Lsdiff

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